Uno spazio invisibile e infinito nel quale la comunicazione si riappropria di un suo valore circolare e universale e passa attraverso il valore emozionale dell’anima. È questa l’idea concettuale alla base del Museo diffuso Magma, progetto della Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte che vede in tutti i luoghi di Librino possibili contenitori di bellezza.
Il concetto di “museo diffuso”, sviluppato da Antonio Presti da sempre convinto che “Il potere dell’immagine può infrangere le barriere”, si applica in questo caso alle attività commerciali del quartiere (sono circa 70) ognuna delle quali ospiterà, su alcune pareti libere che sono già state individuate, un’importante mostra internazionale di fotografia.
Curatore dei progetti fotografici di Magma e direttore artistico del museo internazionale della fotografia di Librino, è Marco Pinna, photoeditor e ricercatore iconografico di National Geographic Italia.
“Il pubblico – spiega Pinna -, assistito dalla segnaletica mirata che verrà disposta nel quartiere e da mappe specifiche che indicheranno i percorsi da seguire e gli artisti in mostra, potrà visitare le varie “isole” commerciali del quartiere, ognuna delle quali concentra un certo numero di negozi e attività in cui verranno allestite le opere”.
L’aspetto fondamentale dell’intero progetto non risiede nelle opere che verranno esposte ma nell’azione del pubblico e nell’interazione tra la gente del quartiere e i visitatori, attraverso una forma di partecipazione e comunicazione innovativa.
La diffusione capillare del Museo agevolerà l’identificazione dell’abitante con il Museo stesso o con l’opera di cui esso è creatore, fruitore e custode.
E se i commercianti, che ospiteranno la mostra del Museo diffuso, faranno da tramite tra i fruitori e l’opera, diventando guide ospitali del luogo, di grande importanza sarà il ruolo dei visitatori che, attraverso un patto etico e morale da popolo si trasformeranno in pubblico. Il percorso museale, infatti, non prevederà alcun biglietto d’ingresso ma un’assunzione di responsabilità da parte dei visitatori che esprimono il proprio impegno civile e morale, scegliendo di spendere negli esercizi l’equivalente del costo di un biglietto d’ingresso. In questo modo la trasformazione maieutica del quartiere assumerà la forma concreta di un indotto economico civile, legale ed eticamente orientato.
Il percorso museale diffuso esibirà con cadenza biennale opere di artisti internazionali in modo da portare, continuamente, nuova linfa, bellezza e cultura in un quartiere che ne ha fortemente bisogno.
“Una continuità – conclude Marco Pinna – che sarà anche garantita e tutelata dal pubblico, dalla gente di Librino, che se ne assumerà la responsabilità morale dal momento in cui riconoscerà il museo, che verrà letteralmente consegnato al suo pubblico, come parte del patrimonio del quartiere. Si tratta di un progetto ambizioso che richiederà grande impegno da parte di tutti, ma che potrà servire da esempio per un nuovo concetto di fruizione dell’arte e di un nuovo approccio alla riqualificazione dal degrado e dall’isolamento. Nella speranza che il potere dell’immagine, come si augura Antonio Presti, possa realmente infrangere le barriere culturali e sociali”.